Marcella Foccardi nasce a Venezia e vive a Milano da circa 15 anni. Ha conseguito la laurea breve in Pubbliche Relazioni Internazionali e poi si è trasferita a Milano per studiare fotografia: una passione che ha sempre coltivato grazie al padre. Mentre ancora stava studiando, ha lavorato come photoreporter in una piccola agenzia che copriva le notizie della città. E’ stata la sua prima esperienza sul campo, in cui ha potuto imparare molto dagli altri fotografi, soprattutto come comportarsi e avere rispetto del lavoro altrui.
Dopo questo primo impiego ha iniziato a guardarsi intorno per poter apprendere cose nuove che una scuola difficilmente riesce a dare e così ha cominciato a scattare per le agenzie di modelle e modelli, per gli attori di teatro, sia durante gli spettacoli sia durante le prove. Lì ha capito che quel genere di fotografia era la sua passione.
Anche dopo un piccolo corso di ritratto alla School of Visual Arts di New York, ha capito che i volti, in generale, sono ciò che la affascina di più: un certo tipo di moda contaminata con foto di paesaggio le ricorda una pièce teatrale, una messa in scena con gli attori in costume che raccontano una storia o un certo tipo di stato d’animo.
LAS COSAS DEL AMOR ispirata dal racconto omonimo di LUIS SEPULVEDA:
La cordigliera delle Ande fa da scenografia alla presenza di una balena che si sta dibattendo contro i suoi cacciatori, mentre due statue di donna, i cui pezzi sono tenuti insieme da una specie di fil di ferro, ma adornate da rose e foglie rovinate, si guardano, si riconoscono, si accettano e si comprendono. Questi elementi raccontano il teatro della vita dello scrittore, il suo Cile. La balena e la sua caccia sono la trama di “Il mondo alla fine del mondo” e le due donne rappresentano l’amore per chi si è, l’amore che non guarda al genere, alla forma, al mero e sciocco involucro esterno come ne “La gabbianella e il
gatto”: storia che ci insegna l’amore per chi è diverso da sé, l’accoglienza e la cura indipendentemente dalla biologia.
Il racconto da cui è ispirato il collage è dispiegato lungo un arco temporale in cui un uomo e una donna per vicissitudini varie dettate dalla vita, dalla scuola, dal lavoro, dall’impegno sociale riescono a ritrovarsi solo in età matura, per riscoprirsi e conoscersi ogni giorno guardandosi negli occhi come se fosse la prima volta: ora lui seduto di fronte al mare la guarda e, ogni volta che lo fa, l’ammira come se fosse la prima volta.
Dietro il collage una scritta, a volte non avere memoria è un atto d’amore volta.