L’oggetto preso a pretesto è uno scarpone militare, scivolante, battente, veloce e scandito e con una definizione non ancora risolta, fotogrammi di una serie di 100 disegni, tutti disegnati ad occhi chiusi che si basa su di una analisi della forma interpretata con l’impegno della memoria e con la precisa volontà di tornare a renderla graficamente nel modo più preciso e intenzionalmente possibile. Ovviamente senza riuscirci. È come una suggestione formale e affettiva di cubo-futurismo.