TRA SPIRITO E MATERIA – l’Eterno Divenire
Eversioni Cromatiche
Rive del cuore dai sogni battute
Questo fuoco desiderio che ti consuma
Viene a morire in risa increspate
L’acqua marina di una spugna
E le memorie le più ostinate
André Gaillard
L’opera d’arte in sé è la prole generata dalla mano dell’artista. Essere genitori, o genitrice, come nel caso di Chiara Coltro, di Universi grondanti emozioni, risulta essere una particolare eccezione; certo se ne riconosce l’identità filiale, tuttavia in esse se ne contraddistingue nettamente un carattere scevro da condizione e tutela materna. Ciò significa che nelle opere da lei realizzate si percepisce un taglio di cordone ombelicale che porta ogni singola opera ad una manifestazione di alterità in cui l’osservatore ne coglie la traccia emersa. Il colore è forza assoluta. Gestito dall’artista in piena consapevolezza esplode e genera forme rigorosamente matematiche. Certo i numeri espressivi sono ben coperti dai turbinii delle setole dei pennelli, ma l’armonia e quelle regole auree si percepisce dritta nel petto. Sono guerriere, queste opere, che oso chiamare “Eversioni Cromatiche”, poiché tuonano come Zeus mentre brandisce la sua folgore, danzano come Artemide, cacciatrice in assoluta simbiosi con la forza delle Foreste, volteggiano come Ecate nella profondità della notte, camminano nell’acqua come Venere sulla spuma delle onde da cui nasce. Opere che affrontano l’inconscio, che sovvertono un ordine costituito dalle forme concrete, che abbattono il senso dello smarrimento talvolta provocato dall’astrattismo, che avviluppano lo sguardo in un vortice in cui tutti i colori divengono un unicum con il messaggio in esse intrinseco.
Per eversione si intende distruzione, abbattimento, rovina. Ma nel caso delle opere di Chiara Coltro, l’Eversione Cromatica è ciò che esplode, per potenza del colore, ciò che volge sottosopra, ciò che rovescia, generando una breccia, ovvero lo squarcio per un percorso di conoscenza in cui l’osservatore transitata nella via della catabasi e trova quella forza e luce calda per aprire sé stesso.
Come Citerea, Chiara Coltro, fornisce con le sue opere la “Chiave dei Sogni” – titolo questo della poesia di cui il verso sopra di A. Gaillard -. Sogni che spesso rimangono bui senza quella prorompenza generata appunto da una Eversione Cromatica quale nucleo della sua arte.
Possiamo scorgere le nuvole, in un vorticoso cielo infiammato, ove il nero prepondera: un abito da indossare, quale vessillo inteso come la penna degli uccelli, per volare oltre ogni convenzione.
Possiamo tuffarci nel blu da cui lei proviene, per incontrare un magma arancione e farci bagnare di gioia, entusiasmo e coraggio. Nuotare sospesi nelle profondità abissali con il calore dell’ardimento.
Possiamo farci trafiggere dalla freccia scoccata, poiché l’Eversione Cromatica che ne scaturisce è quella linfa bollente di cui il corpo necessita.
E il desiderio può consumare coloro che restano nel buio onirico, per andare a morire su risa increspate di cui la memoria ne è la più ostinata.
Opere, le creazioni di Chiara Coltro, in cui la rimembranza è l’oggetto imperituro su cui la forza del colore scrive le sue missive.
Barbara Cappello