Lamberto Caravita ha frequentato l’Istituto d’Arte Ballardini” di Faenza e l’ISIA di Urbino.
Nel corso della sua ricerca, dopo le sperimentazioni che caratterizzano i primi anni ottanta, verso la metà degli anni novanta torna ad avvicinarsi al mondo dell’illustrazione ed in seguito al Libro d’artista e all’incisione specializzandosi nella tecnica pirografica.
Alcune tappe fondamentali: la sua prima mostra risale al 1974, nel 2002 espone con i V.A.C.A. di Russi al Salone internazionale del libro di Parigi. Nel 2003 partecipa alla mostra “13×17-Padiglione Italia” presentata da Philippe Daverio, evento collaterale alla 51° Biennale di Venezia. Nel 2007 espone in una mostra personale presentata da Giorgio Celli al Museo di Cà la Ghironda a Zola Predosa di Bologna. Nel 2009 un suo libro d’artista è selezionato ed esposto al Salone del Libro di Torino nella mostra “Io, gli altri”; nello stesso anno espone a cura di Luciano Caramel a Cesano Maderno nella mostra “1000 artisti a Palazzo” .
Da ricordare i premi al concorso “Libri mai mai visti” di Russi nel 2000 con il libro “I sensi” e al concorso “Trasformarte” di Faenza nel 2002 con il libro-oggetto “NYC110901 un anno dopo”. Più di recente ci sono le partecipazioni ad invito ad ARTELIBRO Festival del Libro d’Arte di Bologna nelle edizioni dal 2010 al 2014 e alla mostra itinerante RiArtEco nelle edizioni dal 2013 al 2019.
L’artista presenta tre opere, di piccole dimensioni, dove si nota l’impronta della corrente della mail art, dove il mondo dell’arte circola attraverso la posta. I suoi lavori rappresentano forme che si possono ricondurre ad un mondo onirico, sia per quanto riguarda la simbologia, sia per il cromatismo in alcuni casi acceso e denso.
L’artista presenta un dittico “Brain”: attraverso l’astrazione l’opera propone il tema della vita. Anche se spesso ce ne dimentichiamo, il cervello è l’organo centrale per il nostro benessere quotidiano, e dal buon funzionamento di quei 1500 grammi di materia grigia dipendono non solo le nostre funzioni vitali, ma anche il nostro buonumore e la nostra felicità.
In “Geometrie del sacro 1 – 2” : ancora astrazioni, labirinti geometrici con forme che si ripetono, si moltiplicano, intrappolano lo sguardo, con un aspetto dinamico, con disegni realizzati con fili sottilissimi incisi a fuoco, che indagano sul concetto di soglia e di limite, quello che fa incontrare il mondo esterno con quello interiore.