La pandemia ha modificato il nostro modo di vivere e le nostre abitudini coinvolgendo i nostri gesti, i sentimenti e le passioni quotidiane, tutto il nostro essere ha subito un cambiamento repentino.
Nel profondo della nostra anima tutto ciò ha innescato angoscia, perdita di fiducia e senso di smarrimento verso un futuro diventato all’improvviso senza destinazione e senza punti conclusivi.
La mia opera “La cura” vuole essere un alimento per l’anima, la rende spaziale, una dimensione interiore cosmica proiettata verso un’esperienza unica, sublime e raffinata.
Ora lo spazio è simile ad una grande stanza dove l’arte è luce e soluzione di tutti i problemi; avvolge il corpo e lo libera dal dolore.
“La cura” è un percorso interiore ma si rivolge all’esterno coinvolgendo la natura.
Non è una soluzione, ma un apprendere e un dimenticare, tra un passo avanti e uno indietro; è un rifugio affinchè tutto si trasformi in “Aliment Art”.