“Togliere la carne per scoprire l’anima”.
La serie di lavori “fotografici” sono il risultato di una ricerca che parte da un’idea confusamente precisa del LUOGO come ambito spaziale idealmente o materialmente determinato.
Abbiamo quindi un luogo fisico, il cimitero, in cui i ricordi e i dialoghi tra chi sta dentro e chi sta fuori non si esauriscono mai e hanno una continuità che può sfiorare l’eternità. Il titolo del lavoro è “SITES OF LOVE” che evidenzia la possibilità e la necessità di trovare una forma di amore tra gli esseri umani e nella caducità della vita terrena. Un luogo di incontro, possibilmente anche fisico, tra entità differenti.
C’è poi il luogo ideale della fede, rappresentato da un Cristo/simbolo idealmente crocifisso, nella nostra cultura c’è la croce che qui viene elusa in una sorta di conto alla rovescia.
Il lavoro si intitola “A’ REBOURS”, per poter giungere ad un grado zero della fede, una fede che ancora non conosciamo. Nella raffigurazione del Cristo di spalle, viene data la possibilità di uno sguardo inusuale, che può mettere in luce situazioni inaspettate.
Abbiamo poi il luogo metafisico della luce, che costituisce la componente strutturale essenziale di ogni essere fisico, animato e inanimato. Sottrarre luce per illuminare l’essenziale.
Il lavoro si intitola “NERO”
Nero.
Più nero.
Ancora più nero.
La somma delle sottrazioni porta inevitabilmente all’essenziale, visibile o invisibile, punto di partenza per un percorso di conoscenza delle differenze, quella tra la luce e l’ombra, il vuoto e il pieno, il cielo e il mare.
Più nero della luce abbagliante, più leggero dell’assenza disperata, più pesante del silenzio.
Ancora più nero.
Più nero.
Nero.
Armando Riva è nato e lavora a Biella. La sua attività artistica inizia a metà degli anni settanta nell’ambito della fotografia e della xerografia.
Manipola apparecchi fotografici, supporti e fotocopiatrici Rank Xerox.
Negli anni ottanta inizia a lavorare con materiali di scarto dell’industria tessile e meccanica prediligendo quello che sta a monte del prodotto finito, documentando cioè un percorso indispensabile, ma inevitabilmente dimenticato della produzione.
Con questi materiali produce installazioni, pseudo-sculture, assemblaggi.
L’idea di scarto si dilata fino ad interessare la sfera della vita quotidiana, per cui ogni materiale può diventare un percorso indipendentemente dalla meta raggiunta.
Come co-fondatore di Manifesto n°0 e Studio A.A.A. organizza mostre ed eventi in collaborazione con varie amministrazioni locali, in particolar modo Passaggi a Nord-Ovest, rassegna di artisti internazionali che operano nel tessuto urbano della città di Biella.
Dopo quasi un decennio sabbatico riprende a lavorare sia nell’ambito della fotografia analogica e digitale sia in quello dell’assemblaggio, continuando ad usare materiali di scarto fisici e mentali.